La pediculosi, ovvero ftiriasi, è un’infestazione parassitaria determinata da alcune specie di pidocchio (Pediculus), in particolare l’infestazione del cuoio capelluto dovuta a Pediculus humanus capitis, caratterizzata dalla presenza del parassita stesso e delle sue uova, dette ‘lendini’, che il parassita cementa al capello. In generale, è molto difficoltoso rilevare i parassiti e le loro uova nelle zone sospette di infestazione, soprattutto causa delle loro minuscole dimensioni.


Ci sono tre tipi di pidocchi che infestano il corpo umano, cioè Pediculus humanus capitis, che vivono sul cuoio capelluto causando la pediculosi, Pediculus humanus corporis che abitano sul corpo e Phthirus pubis, o piattola, causa della pediculosi del pube, tutti appartenenti agli Anopluri.

I pidocchi del capo sono insetti senza ali con 3 paia di zampe ed un uncino per potersi attaccare al fusto del capello sono di colore normalmente trasparente ma diventano marrone/rosso dopo essersi cibati del sangue umano. Sanno nuotare, non sanno saltare, ma si muovono molto rapidamente.

Lendini al microscopio

Le lendini sono gusci vuoti o uova del pidocchio, sono incollate ai capelli grazie ad un materiale adesivo che la femmina secerne quando depone le uova. Ogni femmina può deporre fino a 300 uova che si schiudono dopo 10 giorni, trasformandosi nell’animale adulto. La vita media del pidocchio adulto è di circa 1 mese.

Ci si infetta attraverso un contatto diretto: da una testa all’altra ; o Contatto indiretto: Da oggetti quali poltrone, cappelli caschi, Scambiandosi spazzole, pettini.
Non ci sono prodotti preventivi ma sicuramente l’ispezione diretta dei bambini che frequentano scuole, asili nido, piscine,è fondamentale.

La diffusione dei pidocchi è mondiale e le epidemie sono comuni soprattutto tra i bambini in scuole e istituzioni. I bambini tra i 3 e i 10 anni sono più frequentemente colpiti. Si stima che in Italia poco dopo l’inizio della scuola siano colpiti circa 50.000 alunni nella fascia di età fra 2 e 18 anni. L’infestazione è in continuo incremento anche nei paesi ad elevata industrializzazione In Europa la prevalenza va dallo 0.9% (Polonia) al 20% (Gran Bretagna). Il contagio all’interno della famiglia è frequente.

Prodotti in commercio

Negli ultimi venti anni non ci sono state innovazioni rilevanti nel campo del trattamento della pediculosi e il numero di casi segnalati è aumentato fino a raggiungere centinaia di milioni di casi nel mondo ogni anno.
I metodi già noti trattano la pediculosi secondo due differenti vie, cioè per via chimica o per via meccanica.

Secondo la via chimica, si mira a debellare i pidocchi infestanti e le loro uova tramite l’uso di prodotti contenenti agenti antiparassitari come principi attivi in quantità efficace come pediculocidi.
I prodotti in commercio a base di agenti antiparassitari sono disponibili sotto varie forma tra cui emulsioni, gel, lozioni e shampoo a risciacquo e schiume.
I principali prodotti in commercio sono le piretrine naturali (Milice®); piretrine sintetiche, come per esempio permetrina (Paranix, Mom® emulsione) e tetrametrina (Mom® polvere e shampoo); pesticidi organici fosforici, come per esempio il malathion (Aftir®); il lindano (γ-esaclorocicloesano).

Il meccanismo d’azione delle piretrine è quello di bloccare la ripolarizzazione dei canali del sodio nelle cellule nervose dei pidocchi, comportandone la morte per paralisi. Il malathion provoca un accumulo di acetilcolina a livello recettoriale con successiva paralisi respiratoria del pidocchio. La paralisi respiratoria costituisce il meccanismo d’azione anche del lindano.

Tuttavia, gli agenti antiparassitari sono spesso inefficaci ai fini di un trattamento eradicante. Una delle principali cause del fallimento del trattamento con detti agenti è costituita dall’insorgenza di ceppi di artropodi infestanti resistenti alle molecole degli agenti antiparassitari utilizzati. La patogenesi di questa resistenza farmacologica è multifattoriale ed è dovuta a fattori tra cui utilizzo non corretto dei pediculocidi con riferimento a indicazione, dosaggio e durata del trattamento (cui i bambini sono evidentemente esposti); tipologia della formulazione; effetto pediculocida residuo; trattamenti di profilassi non adeguatamente effettuati.

Inoltre, antiparassitari come lindano e piretrine agiscono tramite il blocco del sistema nervoso degli artropodi. Poiché il sistema nervoso centrale dei pidocchi si sviluppo solo dopo 3 o 4 giorni dalla schiusa delle uova, solo il 60% o il 70 % dei parassiti viene eliminato tramite applicazione di detti antiparassitari. La National Pediculosis Association (USA) ha indicato che tra il 20% e l’80% delle lendini sopravvive al trattamento con antiparassitari convenzionali, il che risulta in una nuova infestazione del soggetto.
Sono stati riportati nella letteratura casi di dermatite da contatto e reazioni allergiche.
Inoltre, tutti questi prodotti sono assolutamente sconsigliati per un uso prolungato a causa della loro tossicità.
Tuttavia, una ripetizione del trattamento antipediculosi a tempi ravvicinati e regolari è fondamentale per debellare completamente il parassita e interromperne i cicli vitali.
Esistono, altresì, in commercio prodotti antipediculosi, definiti ‘naturali’, che si basano sull’uso di olî essenziali, in varie associazioni, e che hanno solo prodotto, finora, risultati incerti.

La via meccanica prevede la rimozione di pidocchi e lendini dal capo utilizzando pettini d’acciaio a denti fitti, disponibili in commercio anche in una versione elettronica che agisce con corrente a bassa tensione. Questa è una metodica particolarmente efficace nella rimozione delle lendini, saldamente attaccate al capello, ma presenta l’inconveniente di richiedere un accurato e paziente scrutinio ciocca per ciocca.
La rimozione è particolarmente difficoltosa anche perché ogni lendine è attaccata a un capello o a un pelo tramite una colla a base di glicoproteine, che agisce come un “cemento” e le stesse uova di pidocchio sono ricoperte di una guaina di chitina che circonda sia la lendine sia il capello.
Inoltre, è molto difficile eseguire correttamente una bonifica di tutte le lendini presenti. Infatti, i pidocchi e le lendini sono di colore generalmente indistinguibile da quello del capello, e di piccole dimensioni, da cui consegue una sostanziale impossibilità a rilevare i parassiti, e, soprattutto, le lendini, a occhio nudo.
Da molti si era i attesa di un prodotto innovativo atossico che potesse rilevare facilmente pidocchi e lendini ed anche divertente

Vedonit

Gli inventori hanno sorprendentemente trovato che l’associazione di un amido e di un pigmento fluorescente in grado di legarsi alla chitina presente sullo strato esterno di un artropode permette di preparare una composizione in grado di rendere maggiormente visibili gli artropodi presente sui peli o sui di un soggetto, o su altre parti del corpo o su oggetti, che è particolarmente efficace, facilmente applicabile e fondamentalmente priva di tossicità e di effetti collaterali, come la colorazione indesiderata della cute e/o di capelli e indumenti, riscontrati con i metodi di visualizzazione e eliminazione dei parassiti della tecnica nota.

La presente invenzione si pone lo scopo di soddisfare le esigenze appena riportate.
A questo scopo la presente invenzione fornisce un mezzo preciso ed efficace per la rilevazione di artropodi e nello specifico di pidocchi e lendini in fluorescenza visibile. Il pigmento fluorescente, legandosi selettivamente e tenacemente allo strato ceroso (epicuticola) esterno dell’esoscheletro di artropodi infestanti l’uomo (pidocchi, e lendini) o animali (cimici e pulci), e non alla cheratina del capello o pelo, né al cuoio capelluto, costituisce un agente rivelatore a occhio nudo. Così, se nell’area trattata sono presenti pidocchi, artropodi e/o lendini, questi possono essere direttamente visualizzati e rimossi.